venerdì 12 luglio 2019

L'AQUILA E IL SERPENTE


Da sempre l'aquila viene associata al serpente che contribuisce al suo significato, formando una coppia di opposti complementari, dove l'aquila simboleggia la luce, il cielo e le forze supreme, mentre il serpente è l'oscurità, la terra e le forze ctonie.

Questa favola di Esopo può far riflettere sulla simbologia dei due animali:
"Un'aquila e un serpente si combattevano a vicenda in un conflitto mortale. Il serpente in vantaggio stava per strangolare l'uccello. Un aratro srotola il serpente e lascia andare l'aquila. Il serpente irritato inietta il suo veleno nel corno dove tiene la bevanda il contadino.Il contadino ignorando il pericolo si appresta a bere ma in proprio quell'istante l'aquila cade sulla sua mano e afferra il corno con i suoi artigli versandolo e salvando la vita al contadino."

 La morale è che essere grati oltre che un dovere è un grande atto di nobiltà. 

C'è un'altra leggenda che mi ha fatto molto riflettere per il significato che sia l'aquila che il serpente portano con loro da sempre, la trasformazione, anche in ambito esoterico e alchemico:
"La leggenda della rinascita dell'aquila e del cambiamento".

Nella leggenda si narra che l'aquila sia un uccello particolarmente longevo, e che possa vivere addirittura fino a 70 anni e che tuttavia, per poter raggiungere quell'obiettivo l'aquila sia costretta ad affrontare una sfida difficile.

 Nei primi 40 anni d'età il becco dell'aquila, crescendo, ha continuato ad incurvarsi sempre di più fino a rendere difficile nutrirsi delle prede. I suoi artigli sono diventati troppo lunghi e troppo flessibili, anche qui rendendo difficile procurarsi nuovo cibo. 

Le sue penne sono diventate vecchie e pesanti, e hanno iniziato ad aderire troppo al petto rendendo più difficile il volo. Così, intorno ai 40 anni, si dice che l'aquila sia messa di fronte a 2 scelte. La prima è morire di fame a causa delle nuove condizioni che la rendono ormai inadatta a procurarsi il cibo in un ambiente competitivo. La seconda è affrontare un lungo e doloroso processo di cambiamento.

 Dunque l'aquila fa la sua scelta.
 Per prima cosa inizia a cercare un posto isolato su una montagna, un posto dove si ritirerà per ben 150 giorni. E una volta là, inizia il suo processo di rinascita. Inizia a colpire con forza il becco contro la dura roccia, incurante del dolore, fino a che, colpo dopo colpo, riesce a staccarlo definitivamente. Poi attende con pazienza che il becco ricresca più solido e più forte di prima.

 Proprio grazie al nuovo becco inizia a staccare i vecchi artigli dalle zampe, uno ad uno, e di nuovo attende con pazienza che gli ricrescano anch'essi più forti di prima. Infine proprio grazie al nuovo becco e ai nuovi artigli inizia a strappare via le vecchie piume dal petto e attende nuovamente che ricrescano quelle nuove.

 A questo punto l'aquila dopo 150 giorni di lavoro di rinnovamento, e di grande coraggio e grande sofferenza è finalmente pronta a tornare a volare, questa volta rinata e nuova di zecca! 

Con questa trasformazione potrà raggiungere il traguardo dei 70 anni di età. Questa leggenda ci può far meglio comprendere l'importanza del cambiamento che potrebbe essere necessario per proseguire. Naturalmente la consapevolezza ci aiuta a capire quando questo momento è arrivato. 

Un'altro punto che si può intuire è che cambiare spesso è doloroso e può volerci molto coraggio e molto tempo per farlo. Vuol dire uscire dalla nostra zona di comfort e rinunciare a vecchie abitudini per apprendere nuovi metodi e correre anche dei rischi. Tutto ciò ci permette di raggiungere nuovi obiettivi. 

Anche il serpente è un animale che ha più significati esoterici. Infatti il serpente con movenze sinuose emerge dalle profondità terrestri, sorgendo dagli oscuri anfratti nascosti e protetti.

Depositario di un immenso potere primordiale, custode di energia pulsante, evoca la spirale, la linea e il cerchio e per questo rappresenta il ciclo di vita-morte-rinascita, il perpetuo ritorno, la rigenerazione, il rinnovamento. Simbolo del visibile e dell'invisibile, ama nascondersi nel tepore del profondo ventre della Madre Terra, luogo primigenio in cui tutti i segreti sono conservati con cura, e le antiche energie terrestri scorrono e si concentrano.

Il serpente è figlio di queste energie e simbolo antichissimo, legato ai movimenti del sottosuolo, ai moti nascosti che danno origine al mutamento interno, al potere della trasformazione che può essere lenta o improvvisa, profonda e cullante come lo scorrere di un fiume o tremenda e dirompente come un terremoto.

 Il suo letargo stagionale e, soprattutto la sua muta, rappresentano il perenne ciclo della Grande Madre, che mostra a coloro che la vogliono ascoltare come la vita si trasformi lentamente in morte, e la morte in nuova vita; ma il serpente simbolizza particolarmente il passaggio che unisce la morte alla rigenerazione, il sonno al risveglio, ovvero il cambio di pelle.

 Per questo nel serpente vi è il potere della guarigione profonda, intesa sia come annullamento e liberazione da ogni stato oscuro e da ogni malattia spirituale, sia, sul piano materiale, come eliminazione dei mali fisici. Il suo veleno, infatti, anticamente era unito a particolari erbe medicinali e usato, in piccolissime dosi sapientemente preparate, per curare.

 Il serpente, nascosto nell'oscurità, rappresenta particolarmente l'aspetto della luna nera e il suo potere di trasformazione, il mutamento che avviene nel passaggio dalla fine di un ciclo all'inizio di quello successivo, illuminato da  una nuova luce. 

Se lo si guarda mentre si morde la coda, come nell'immagine dell'Ouroboros mitologico, si scorgerà proprio il simbolo dell'eterno ciclo senza inizio né fine.

 Il serpente che si morde la coda è la dialettica materiale della vita e della morte, la morte che esce dalla vita e la vita che esce dalla morte, non come i contrari della logica platonica, ma come una inversione senza fine della materia di morte o della materia di vita.

Come custode del potere terrestre, il serpente percepisce ogni movimento del suolo e del sottosuolo, prima ancora che i suoi effetti si verifichino e si mostrino sulla superficie della Terra e agli occhi degli uomini.

Per questo motivo è considerato l'animale della Profezia ed era proprio la Profezia ciò di cui si occupavano le antiche sacerdotesse che venivano chiamate Pythie(serpi), o drakaine, e che erano particolarmente affini all'aspetto della primitiva Dea Serpente, raffigurata nei reperti archeologici con testa di serpente, arti serpentini o simboli di spire (emanatrici di forza rigenerativa), spirali e linee ondulate, a imitare il movimento del rettile e i segni che questo lascia sulla sabbia al suo passaggio.

Come abbiamo potuto constatare sia l'aquila che il serpente come d'altronde tutti gli animali presenti in natura hanno simboli esoterici che possono aiutarci a capire profondamente noi stessi e la nostra vita. Come tutti i segni e simboli è necessario leggere tra le righe e interpretare o come amo dire, indossare il proprio significato.

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