giovedì 16 aprile 2020

IL MESE DELL'ARIETE

Il Mese dell'Ariete

LA PRIMA FATICA:





“LA CATTURA DELLE 

GIUMENTE ANTROPOFAGHE”

Ariete  –  21 Marzo –  20 Aprile

AFORISMA

Conosco lo stupore dell’inizio.
La freschezza dell’alba, mia compagna, che risveglia i figli della Terra.Per strade inesplorate spingo il mio piede.Ho il coraggio dell’intrepido viandante che tutto tenta alla ricerca del nuovo.Non mi interessa arrivare ma solo aprire nuove vie ai figli di Dio.
Sono il primo, tutto il resto è relativo.

MOTTO DELL’ARIETE

“Avanzo e dal piano della mente governo”.
In questo motto c’è tutta la storia del Segno dell’Ariete: l’energia con cui si muove e il tema della mente.
E’ prima di tutto il segno del principio e la sua qualità è l’iniziativa, in questo muoversi porta avanti la creazione di qualche cosa.
Nel processo del creare volontà e potere si uniscono e danno vita alla forma.
Questo atto creativo deve essere preceduto da un pensiero che formula un’idea e raccoglie tutti gli elementi per dar vita a quell’idea. Si può affermare che senza un pensiero preciso che sostenga il progetto, qualunque progetto, le forze si disperdono e non avviene la manifestazione concreta, l’idea si disperde e va perduta.
Il significato del potere del pensiero e dei suoi effetti è sintetizzato in queste parole “Semina un pensiero e raccoglierai un’azione. Semina un’azione e raccoglierai un’abitudine. Semina un’abitudine e raccoglierai un carattere. Semina un carattere e raccoglierai un destino”.
Tutto parte dal pensiero, ogni cosa che esiste qualcuno l’ha prima pensata.
L’essere umano nato in Ariete dovrebbe prima pensare e poi agire e non viceversa, come è portato a fare, dovrebbe cioè governare tutta la sua vita con la mente.
L’unica speranza che l’uomo ha di gestire al meglio la sua vita è usare la Ragione nel suo significato più alto e questa è esattamente la prova dei nati in questo segno.

IL MITO

“Il Mito è un pensiero segreto dell’Anima”  (Iside Svelata)
Ercole doveva compiere la sua prima fatica, quindi si trovava davanti alla Prima Porta. Il Maestro gli disse: “Passa per la Prima Porta ed entra nella Via. Compi la tua prima prova,  poi torna a riferire ciò che avrai fatto.”
Ercole, correndo, si precipitò oltre la Prima Porta. Si sentiva traboccante di fiducia e pieno di sicurezza nei propri poteri.
Il mito racconta che oltre la Porta si estendeva un grande territorio governato da Diomede, figlio di Marte.  Su questo territorio Diomede allevava cavalli e giumente da guerra.  Questi animali erano talmente selvaggi e feroci che tutti gli abitanti della zona tremavano al solo sentirne parlare.
Cavalli e giumente scorazzavano su quelle terre distruggendo e devastando tutto ciò che esisteva e uccidendo tutti gli uomini che si imbattevano nel loro passaggio. In più, le giumente erano molto fertili e generavano in continuazione cavalli sempre più feroci e sempre più malvagi.
Ercole sentì risuonare dentro di sé un comando: “Cattura queste giumente e poni fine a tutto il male che fanno. Salva questa terra e tutti coloro che la abitano”.
Ercole aveva un amico che amava molto e che lo seguiva in tutti i suoi pellegrinaggi, “Abderis”. Lo chiamò e gli chiese di venire ad aiutarlo in questa prima fatica. Abderis arrivò immediatamente. Insieme fecero un piano e iniziarono il lavoro.
Seguirono i cavalli che scorazzavano nei prati e nelle paludi, e infine sospinsero le giumente selvagge in un angolo del campo che era privo di vie d’uscita, e lì poterono catturarle e impastoiarle.
Ercole era talmente felice che si mise ad urlare di gioia. La felicità e l’autoammirazione per la propria prodezza lo indussero a pensare che lui era troppo bravo per mettersi a sospingere le giumente sulla Via verso Diomede. Così chiamò il suo amico Abderis e gli disse di condurre i cavalli attraverso la Porta, mentre lui se ne andava orgoglioso per un’altra strada.
Abderis però era debole e la responsabilità di questo compito lo spaventò. A un certo punto non riuscì più a tenere a bada le giumente. Esse gli si rivoltarono contro, lo dilaniarono e lo calpestarono uccidendolo, poi fuggirono di nuovo nelle terre selvagge di Diomede.
A quella vista Ercole scoraggiato e affranto dal dolore, mentre l’amico giaceva morente tornò a cercare le giumente nella palude. Di nuovo le catturò e stavolta le sospinse lui stesso attraverso la Porta. Ma ormai Abderis era morto.
Al suo ritorno il Maestro lo squadrò con attenzione, poi mandò i cavalli in un luogo di pace perché venissero addomesticati.
Gli abitanti di quelle terre lo accolsero e lo acclamarono Ercole come un Salvatore  poiché li aveva liberati dalla paura.  Ma Abderis era morto.
Il Maestro gli disse: “Hai terminato la prima fatica e hai superato la prima prova ma l’hai superata male. Impara la sua vera lezione e preparati a rendere un altro servizio  ai tuoi simili”.

IL SEGNO  –  INSEGNAMENTI

L’Ariete è il primo segno dello Zodiaco, è il segno del principio. E’ un segno di fuoco e la sua qualità è l’iniziativa, l’inizio. E’ il segno della creazione dove la Volontà e il Potere si esprimono attraverso i grandi processi creativi. Nei primi stadi del processo, le attività sono dirette verso il lato materiale della vita, poi man mano si dirigeranno verso il lato spirituale.
Il motto esoterico dell’Ariete secondo la forma è: “Si ricerchi la forma”; secondo l’Anima è: “Avanzo e dal piano della mente governo.”
In questo segno ha inizio il sentiero sul quale viene scelta la forma. All’inizio e per lungo tempo la forma domina, ma contemporaneamente inizia la VIA dello sviluppo interiore e del progressivo dominio dell’Anima.
Ercole parte per la prima fatica sotto la spinta emotiva dell’entusiasmo, poi con l’orgoglio e la mancanza di prudenza commette il suo primo errore che causerà la morte dell’amico Abderis.
Ma è grazie all’errore e al dolore  provato che Ercole comincia a reagire agli  impulsi del  pensiero e ad avere qualche piccolo intuito su ciò che significa il “controllo della mente”.
Le caratteristiche di questo stadio evolutivo sono principalmente la riorganizzazione, il riorientamento e la ripolarizzazione della forza vitale creatrice.
Per lunghissimo tempo abbiamo usato la forza vitale divina per i nostri fini egoistici e per la soddisfazione dei nostri  desideri materiali. Con l’esperienza e a poco a poco, la vita della forma perde la sua attrazione e dopo molti giri intorno allo Zodiaco, ci ritroviamo di nuovo in Ariete ma focalizzati diversamente, con nuovi interessi e una nuova visione della realtà.
Abbiamo imparato qualcosa sulla dualità e cominciamo a rispondere agli impulsi dell’Anima: cominciamo ad uscire dal nostro io individualistico e a  intuire che il mondo dell’Anima è il GRUPPO e la VIA per raggiungerlo è il SERVIZIO  ALTRUISTICO DI GRUPPO.
L’Ariete governa la testa, è un potente segno mentale, è il segno del pensatore. Ogni principio ha origine sul piano mentale e nella mente del creatore, che sia Dio stesso o l’Anima dell’uomo. L’aspirante spirituale comincia le sue fatiche quando diventa un vero pensatore, e in piena consapevolezza, comincia ad agire quale arbitro del proprio destino.
Le giumente da riproduzione simboleggiano la tendenza della mente a creare forme-pensiero che incarnano le idee concepite. Quando le idee emanano dalla mente inferiore e separativa, diventano le giumente dell’egoismo, della critica e del pettegolezzo e generano cavalli da guerra  che devastano e uccidono.
Una delle prime lezioni che dobbiamo apprendere come aspiranti spirituali è il tremendo potere del pensiero e della mente: dobbiamo imparare a governare i nostri pensieri e le nostre parole  in ogni istante della nostra giornata. Dobbiamo imparare ad accogliere solo i pensieri che provengono dall’Anima.
Quando Ercole diventa consapevole del danno arrecato dalle giumente selvagge e si precipita a catturarle,  sopravvaluta se stesso e non comprende la loro potenza e la loro forza, così le affida ad Abderis, il simbolo del sé inferiore. Era invece necessario che Ercole, l’Anima, e Abderis, la personalità, sorvegliassero insieme i cavalli devastatori simbolo della potenza del pensiero e delle idee, affinché la personalità, lasciata priva della saggia guida dell’anima, non tornasse ad esserne sopraffatta.
Il significato  del potere del pensiero e dei suoi effetti è ben sintetizzato in queste parole del saggio:  “SEMINA UN PENSIERO E RACCOGLIERAI UN’AZIONE – SEMINA UN’AZIONE E RACCOGLIERAI UN’ABITUDINE – SEMINA UN’ABITUDINE E RACCOGLIERAI UN CARATTERE – SEMINA UN CARATTERE E RACCOGLIERAI UN DESTINO.

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